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Anaconda
Le mie giornate si spengono
a notte fonda,
assieme all'insegna dell'Anaconda,
l'unico bar
per Anime notturne
in questa bigotta città.
Tra un bianco e un Campari
il tempo vola,
e la malinconia affoga.
L'Anaconda è un porto di mare,
facce vecchie con vecchi peccati,
facce nuove con sogni stroncati.
La sala è terra di approcci
per Anime sole.
Poeti, scrittori,
puttane e ricchioni,
a caccia di un verso,
una ispirazione,
un cliente,
una storia.
Questa sera ho alzato il "gomito",
è affogata la malinconia,
mi sento leggero;
ho voglia di compagnia.
La bionda al tavolo di fronte
è sola, ed è anche bella.
Mi alzo, barcollo,
sono ubriaco;
anche invogliato dal mio stato,
una figura di merda non lascia traccia.
"Ciao", posso sedermi?
senza manco alzare il capo:
"se ti va"
-Sei sola?
-Senti, non tirarla per le lunghe,
vuoi scopare?
Cinquanta Euro in macchina,
cento in albergo,
non faccio pompini
e neanche dietro;
e solo col preservativo.
E che cazzo!
Un po di eleganza!
-Devi andare in via Monte Napoleone,
questo è uno schifo di bar,
non ci sono manquen,
solo puttane.
L'Anaconda è un bar
di anime scadute,
gente fallita dai sogni svaniti
e vite grame
di una bigotta città.
Esco fuori a pisciare.
Ti piscio in faccia
Anaconda,
ti piscio in faccia
città bigotta,
ti piscio in faccia
e sorrido
vita fallita.
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