Avrei voluto pettinare i tuoi capelli bianchi,
seguire con il dito il percorso delle rughe sul tuo viso,
sfiorare le tue guance con una carezza magica
che facesse guarire tutti i tuoi mali,
mali fisici, mali dell'anima...
Avrei voluto ridere con te delle nostre vite,
dei nostri successi come delle sconfitte,
ma tu, austera, nel tuo ruolo imposto di madre,
tenevi a distanza, come un freno inibitore,
l'entusiasmo che ho sempre avuto della vita
per insegnarmi, senza parlare,
come facevano le mamme di un tempo,
prudenza, ponderatezza, serietà...
virtù che non s'imparano sui libri di scuola...
e nemmeno li vendono al mercatino dell'usato...
ma li conquisti nel "viaggio" della vita.
Ora che non ci sei più,
lo sguardo si ferma a una foto sbiadita dal tempo,
un viso rugoso, dal sorriso timido, composto, appena accennato
che rivela l'espressione fiera di essermi stata madre.