ruggisce il maestrale
arrampicandosi
per gli ondeggianti e tormentati crinali
d'ulivi maculati
risacca, di trine ornata
con questa mareggiata, dall'orizzonte sospinge
impietosi marosi paludati di tempesta
a cozzare su centenari residui magmatici
è pioggia d'emozioni e sferza, arrotola, ammansisce
cadono, si distendono
su ribollenti fazzoletti di battigia
ove risuona il tuo ludibrio
misto al salino soffocante che lascia tracce
in gola, il tuo grido si fermò
fianchi frementi e inarcar di schiena, consapevoli
chetarono, la tempesta
occhi, a guardare il quadro dei santi
intonando silente e lasciva prece
ai tuoi piedi di donna
alghe, refoli impertinenti e
un uomo