guardo perso nel vuoto l'unico dono
che il tempo non ha sopraffatto.
Ripenso a quei giorni di bimbo,
Quando con tono serio dicevi
Che i miei passi sarebbero stati corti,
Per essere accolti
Da strette e ripide scale,
che nel salirle non sarei stato capace di contarle
o di asciugarne il sudore.
Mi raccontavi al calar del sole
Storie che a me parevan tutt'altro
Che inventate, nella morale
Tutto mi ricordava la vita reale.
Narravi di un principe senza spade
Troppo buono nel cuore
Che avrebbe dovuto prestar attenzione
Alle serpi avvelenate
E con far rassegnato aggiungevi
che non tutte le storie
Giungono al fine con giochi tra fate.
Ricordo i luoghi delle tante cartoline
Comprate e mai spedite
Pronte da appendere alle pareti di vita
Come gemme e diamanti da conservare...
preservare da occhi invidiosi
Di puro amore.
Oggi nel polso porto il tuo orologio
In memoria dell'uomo che eri.
E sono certo caro nonno
Che nel momento in cui do la carica al tuo orologio
Tu, dal tuo regno,
forse distrattamente stringi dentro al cuore
il mio ricordo.