Consumiamo il "concesso"
in uno status precario,
sospesi,
nello spazio temporale,
come buchi neri infintesimali,
ingoiando l'Oggi.
Ostaggi del Domani,
farneticante rincorsa
all'Effimero.
Dirò, farò, sarò;
credo e lessico.
Consumiamo il "concesso"
immersi
in miraggi artificiosi.
Umiltà e virtù
anomalie perniciose.
Egoismo,
arroganza,
prepotenza,
cime di successo e sollazzo.
Il verbo è:
Io sono Io,
Voi non siete un cazzo.