Nudi di tutto
e, affranti.
Senti sulla pelle
lo scorrere del nulla.
Desolazione, silenzio
scempio, scivolano muti.
Aggrappate a rami secchi
del domani, anime in gabbia
si dissolvono nella nebbia.
Involucri accartocciati
stracciati, vuoti, giacciono
a terra.
Nella dispensa
non ci son più frutti,
né semi.
Nemmeno sugli scheletriti
alberi secchi.
È morte sugli stecchi
neri, privi di linfa.
Lampeggiano
intermittenti, nelle
vuote menti
ricordi evanescenti,
scoloriti di colori
ricordati.
Uno scricchiolio frantuma
un silenzio senza fine.
Si schiude piano,
e poi si rompe con fragore,
il guscio pieno, dell'aurora!
Aurea Eos di era nuova,
irrompe!
Mentre fotoni squarciano
grigiori intensi,
le valchirie lucenti, cavalcano
nel cielo.
È Aurora rosa e sarà domani!