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"il pastore dell'universo"

E ritorna l’illusione
di una landa desolata,
nella pioggia della notte
s’abbandona il mio respiro,
alle caviglie d’un pastore
che s’annegano nel fango.
Schiudo gli occhi e la rivedo,
la sua barba agonizzante
come un acero dormiente.
Sento freddo,
guardo il cielo,
il pastore non m’aiuta,
tiene in mano un cappio nero,
la sua pecora ormai è muta.
Al mio corpo…
adesso mancano le forze
poi capisco:
la ragione non esiste.*
21/08/2003

 

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4 commenti:

  • Marcello De Tullio il 15/05/2009 07:06
    Molto bella e scritta bene
  • Ada FIRINO il 11/04/2008 01:26
    Bella musicalità nello scorrere dei versi. Davvero bella!

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