C arnevale è un vecchio strano
A ma scherzi, frizzi e lazzi
R iconduce vecchi e adulti all' infanzia ormai lontana.
N on ricorda quando è nato, la sua vita breve piange
E ntra allegro o forsennato nelle danze di chi è allegro.
V a lontano da chi è triste, da chi è solo e abbandonato.
A ffamato di apparenza si autoincensa con la maschera.
L a sua bocca ridanciana urla troppo, qualche volta.
E se proprio devo dirlo, carnevale non mi piace
D ove sono i sogni veri, le speranze, la poesia?
I eri stavano nei nostri cuori, oggi sono andati...
Questi tempi maledetti sono ladri patentati
U na, dieci, cento guerre ci hanno tutti rapinati
E vadiamo per un poco dal dolore e la tristezza?
S e volete fate pure,
T utto sta ad accontentarsi
I o rifiuto l' allegria troppo, troppo a buon mercato.
T ento ancora, con puntiglio, la speranza a coltivare.
E se ancora, in qualche nicchia, pochi sogni son rimasti,
M e li fisso nella mente, me li stampo sopra il cuore.
P oi vedremo chi ha ragione:
I l carnevale, lui. o io.