Là
nel cono di buio incandescente
dove ansima il respiro ancor fiero
dei malati terminali
scorrono i giorni
come scoiattoli impazziti.
Danzano tristi le lacrime
di un nonno
cui la bisaccia degli anni non pesa ancora
e si preparano a essere
fiere messaggere di verità
carezzate da miele di saggezza:
"vieni qui, stringimi la mano
ascolta questa mia voce non più voce
che desidera condurti lontano
non smettere mai
di contare le onde
considera ogni donna che incontrerai
con la purezza del suono di un violino
e come una perla cesellata
dai baci del mare
non urlare la tua verità
condividila
annientala se ti insegna solo a ferire
cambia la sua pelle
se ti spingerà verso il morire;
nipote mio,
sarò riuscito davvero ad amarti
se ti avrò insegnato ad amare
caricherò questa mia ormai povera voce
sulla stella che visiterà stanotte il tuo sogno
e se la farai tua
potrà andarsene in pace
questo mio ormai evanescente respirare.