Il senso autentico
del gioco del vivere
bussò timido ma maestoso
alla porta
delle mie fantasie da acerbo attore:
"Raimondo - disse -
ti farò cesellatore di sorrisi
vestiti di incontaminata leggerezza
discreti come gladioli
che baciano sulla bocca il sole
senza vantare la loro bellezza
ma lasciandosi percepire
come messaggeri immacolati di freschezza".
L'attore
è un tenero mercante di finzioni
che ti chiede di essergli carezza
per omaggiarti
delle sue ineffabili facezie
in punta di piedi".
Non so quale Dio
o quale musa in divino corpo
mi affidarono la missione
di farvi ridere
ma me ne torno tra le labbra dell'urano
sulle ali del pensiero
di avervi regalato
una garbata, composta compagnia.