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Il milite ignoto
riposava nel suolo antico,
all'ombra della croce e della bandiera,
riposava sognando le Alpi e il Piave,
riposava sognando lo scintillio dell'armi
e il volto dei compagni, il volto dei fratelli,
quando un tuono nero lo svegliò
dal sonno da cui non si ritorna,
il tuono, un lamento
un grido di dolore e sangue rappreso
allora
si destò dalla terra che l'aveva amato,
dalla terra madre che l'aveva accudito per quasi cento anni
e col cuore colmo di curiosità
riassaporò l'ansia nell'aria,
riassaporò quell'aspettativa di nuovo
tipica dei neonati e di chi sta per compiere un viaggio
verso l'orizzonte ignoto
il giorno lo accolse sotto il cielo
del millennio futuro
camminava lentamente
ogni passo, valutando i possibili incroci
del destino,
ogni passo, cercando di riconoscere
figure, suoni, a lui congeniali
non trovò conforto
non trovò coraggio
non trovò orgoglio
si incamminò sul colle degli ulivi
a chiedere consiglio ai saggi e alle rovine del tempo,
Signori degli imperi perduti e dimenticati
nella storia vorticosa dei vincitori:
mentre saliva udì rauche voci venirgli incontro:
<< desisti >> gli sussurravano automatiche
<<desisti desisti desisti
torna ai tuoi ricordi
torna ai tuoi orizzonti di gloria passata
desisti
la tua guerra fu guerra per rilanciar le industrie
conveniva al potere un'italietta unita
sulle carte geografiche
desisti ritirati
il tuo tempo è passato
nessuno ricorda ieri ieri non esiste
in quest'epoca di meraviglie
non c'è bisogno di eroi solo di subrette, sportivi, e curiosità
sei dimenticato,
dimenticati di noi
torna ai tuoi ricordi di battaglie e morti
la morte ora fa ascolti ma solo se controllata e certificata
dal garante della privacy,
altrimenti rattrista
e chi dice verità troppo scomode,
rovina i pasti
scoraggia gli acquisti natalizi
disprezza i saldi
non sei necessario
non più di un pensionato, di un maremoto,
di un 3x2 al supermercato
sai cosa è fondamentale oggi?
Le luci della tv i flash della stampa la marca della maglia
a chi vuoi interessi di te,?!
Non sei nessuno
non hai nemmeno un nome, un'agenzia discografica, un agente che ti rappresenta
sparisci nel nulla che ti ha generato
è meglio per tutti...>>
le parole non lo fermarono
il suo ventiquattro maggio
le parole straniere erano forti
risuonavano coi cannoni e coll'ascia della dittatura
ma il canto dei fratelli fu più forte
le parole straniere quel 24 maggio erano dure
e acide più di quelle che docili gli giungevano
alle orecchie
e non bastarono a fermarlo
non bastano a fermarlo neanche oggi cent'anni dopo
sul colle degli ulivi
trovò il silenzio
assoluto e denso olio
di privazione del suono
d'assenza di voci e rumori
solo la visività
del muro del pianto
interrompeva quell'oasi di paradiso inerte
sul muro riconobbe se stesso
come era da bambino
i giochi nei campi la notte sotto le stelle
abbracciata al suo amore
i baci il saluto prima della chiamata
l'addio
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi ricordi
un muro silenzioso di ricordi
premeva per riflettere
versò qualche lacrima come pegno per il passaggio
e a capo chino
attraversò quell'acheronte
per essere al cospetto dei Signori degli imperi dimenticati
parlò per primo lo scorpione scarlatto:
<< l'uomo è animale immemore
facilmente ricorda i successi
facilmente dimentica le sconfitte
facilmente uccide ciò che del passato lo disturb>>
poi parlò l'ombra dell'aquila:
<< l'uomo dimentica di essere stato animale prima degli animali
tu, figlio, giungi da un'epoca che si vuol conoscere solo
marginalmente
nessuno vuole ricordarne gli orrori
e le fatiche
nessuno vuol conoscere gli errori dei vincitori
ci si accontenta del canto del vincitore >>
ultimo esordì una figura d'erba e cenere che si rivelò essere un druido:
<<sei giunto dal passato al lamento di tua madre:
questo ti rende onore
non cambierai niente e lo sai in cuor tuo
questo ti rende onore
le rune parlano chiaro
dovranno passare molte lune prima
di vedere smuovere l'aria
prima che il tuono torni dall'esilio
per cantare le lodi dei cavalieri e dei giusti
forse tu sei un segno
una speranza
questo passaggio è ancora incerto
ancora non scritto
volgi il tuo passo ad oriente e cerca il valico del sole
lì una visione ti giungerà in soccorso...>>
così parlarono e sul muro del pianto
si disegnarono i fotogrammi di quell'incontro
e nuovamente partì
diretto verso il valico del sole.
Il valico del sole, sapeva lui bene,
è dove la notte attende i vivi
per condurli oltre la vita;
ci era giunto la prima volta
con un colpo al petto,
una scheggia di metallo
dritta al cuore
(quando si muore non si rivede la propria vita)
(si soffoca un urlo)
(poi la notte ti accompagna oltre il valico del sole).
Mentre tornava alla terra,
ascoltò in lontananza echeggiare il Piave,
(non tutto era perduto)
vide milioni di ombre
perse ed impaurite,
vide figure guidate da voci sibilline,
vide luci fredde, case vuote, silenzio nelle strade
poi
vide un ragazzo ergere dalle acque del fiume
che scorre nel cuore del mondo,
lo vide alzarsi fiero e giusto,
aveva l'ombra di un leone e la voce della tempesta,
lo vide indicare il sole, aiutare una donna ad alzarsi,
lei gli pose una corona d'alloro sul capo
poi
la nebbia offuscò la visione
e riaddormentandosi gli affiorò alla mente un candido pensiero:
"siamo tutti militi ignoti
di qualche guerra,
più o meno visibile,
condannati
a rincorrere la propria ombra
sul campo di battaglia:
condannati ad essere eroi
per distinguere la vita dalla finzione:
intuendo la verità solo alle soglie
del requiem"
mentre il Piave mormora:
fortunato il popolo che non ha bisogno di eroi
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0 recensioni:
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- grazie Vincenzo apprezzo moltissimo le tue poesie e sn onorato che t piaccia
- Siamo tutti militi ignoti... un passaggio verso l'ignoto...
è bellissima Giuseppe... in certi punti commoventi.. e non vorremmo essere martiri o eroi..
sul colle degli ulivi
trovò il silenzio
assoluto e denso olio (unzione)
di privazione del suono
d'assenza di voci e rumori
solo la visività
del muro del pianto
interrompeva quell'oasi di paradiso inerte...
di certo una sola lettura non basta... ci ritornerò..
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