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Filastrocca del treno italiano

Filastrocca del treno italiano,
che sale il monte,
che scende il piano,
che va lontano
che va vicino,
che corre forte,
che corre pianino,
che a volte vola,
e a volte... s'invola...





C'era un treno che andava a Napoli,
che credeva all'amore dei popoli,
ma un giorno vi salirono tre scapoli,
dicendo: ce n'è uno uguale a Forlimpopoli.


C'era un trenino piccino piccino,
e un passeggero era all'altro
vicino vicino,
tanto che ognun diceva :
più che un treno
pare un comodino.

C'era un treno che girava il Vesuvio,
ne aveva pure parlato Vitruvio,
correva pure
in mezzo al diluvio,
(lo aveva inventato Giove pluvio).

C'era un treno che dai campi flegrei
faceva dei giretti
bei bei bei,
e tutti s'affacciavano diletti
per veder che cosa,
non lo sa né lui né lei.


C'era un treno lungo come una colonna,
sul quale non saliva mai una donna,
di quella donna non se ne importava niente,
ché ce n'erano già tante,
tra la gente.


C'era un treno gentile
e assai cortese,

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4 commenti:

  • rosaria esposito il 20/08/2011 17:24
    grazie, Carla... come sempre... bacioni
  • Anonimo il 20/08/2011 07:44
    ha ragione Fede questa filastrocca è ricca di realtà... sempre ben scritte le tue opere---complimenti
  • rosaria esposito il 18/08/2011 17:15
    grazie, Federica. anzi... triplo grazie!
  • Anonimo il 18/08/2011 06:24
    E c'è questo treno ricco di sfaccettature e metafore, c'è non soltanto fanstasia e fedeltà del ritmo della filastrocca, ma l'equilibrio interiore di una "bella persona", che sa cogliere della vita la realtà, oltre che la Poesia. Tripo applauso.

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