Una lettera
può essere un messaggio
in una bottiglia lasciata
in riva al mare
o un sasso su cui scrivere
il proprio nome.
Preferisco però
credere
sia una porta aperta
per lasciar passare
l'ombra
che ci portiamo dietro.
Alcune lettere
vanno chiuse
con distinti saluti,
o con
quel gentile vago
piacere
d'una promessa
da mantenere
non mantenere
o con
l'amorosa ceralacca
del tempo che fu.
Altre no,
non vanno chiuse
né spedite
né trasformate in poesie.
Bisogna riconoscerle
queste lettere
dove scrivere
significa accogliere
l'ombra
darle una forma,
prestarle del tempo
senza mai sperare di riaverlo
indietro
quando le parole diventano
linguaggio per correre verso
chi
non ancora
non ci vuole...
Queste lettere
non invitano
a seguire l'impossibile
ma semplicemente a non perdere
ciò che non si ha...