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Quando morrò

Quando morrò
rivestirò le cose di cristallo,
penetrerò nelle case, la notte, respirando i sonni,
rivivrò un periodo di fitti riproponimenti
trascinando in superfice le testuggini del ricordo.

Quando morrò
chi penserà così tanto alla soavità?
Per alcuni solo allora sarò piede nel mistero
proferiranno di me ciò che io non sapevo
sarò cibo per concetti
e andandomene sigillerò legami esclamativi nella verginità.
Quando morrò
per un istante successivo tutto mi nominerà,
ci sarà ancora una rabbia senza idee
e una rabbia alla quale è impossibile
dare idee,
il frammento di follia servirà ancora
per il sorriso colmo
sempre il vecchio tenterà di ingannare l'anno
mettendovi un secolo,
sempre il cieco sognerà un sonno
pieno di sogni,
mendicherà ancora il cuore del dubbio,
qualcuno di un libro
di un cuore cartaceo
dirà
sono solo pensieri,
qualcuno da un libro
non estrarrà un cuore multiforme.

Quando morrò non cambierà nulla,
sarà sempre un giorno come un giorno
ma forse in un villaggio strano
una fanciulla strana, sorriderà alle peripezie della purezza,
forse sarà diverso l'abracadabra del suo bacio,
forse sorriderà al suo destriero
di sogni, anche se ferito,
sorriderà almeno
a qualche goccia di pioggia.

 

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1 commenti:

  • Ada Piras il 23/08/2011 09:02
    "sorriderà almeno a qualche goccia di pioggia"Bella, complimenti.

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