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Un due tre... stella

Un due tre stella
Spero non arrivi la sera,
ho ancora voglia di giocare
Ma dal balcone la voce stridula di mia madre urla
Simona viene a tavola è ora di cenare.
Un due tre... stella
mamma non chiamarmi, non ho fame,
Non vedi che tutti giocano?
Allora lasciami giocare.
Un due tre stella
Simona smettila, vieni a mangiare!
Non disubbidire
Sai già come andrà a finire.
Stai composta a tavola, tieni bene le posate.
Non parlare a bocca piena,
quante volte ti ho già detto che le smorfie non le devi fare?
Durante i pasti non parlare,
pensa a studiare, a creare il tuo futuro.
Nella vita ogni sbaglio ha un caro prezzo
Vuoi diventare un pezzo grosso?
O cadere nell'anonimato
Come la figlia del portiere
o come quella del dirimpettaio
che se tutto andrà bene lavoreranno per guido... il fornaio.
Hai sei anni sei già grande
È ora di metter via le bambole.
Nella mente silenzio,
da fuori giungono le voci dei miei amici
dal tono spensierato e felice.
Un due tre stella.
Li osservo con invidia dalla mia stanza
Mentre quella stella ormai un ricordo
diviene stalla.

 

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13 commenti:

  • Nicola Lo Conte il 05/09/2011 22:09
    Triste prendere atto della poca sensibilità di genitori incapaci di entrare in risonanza con un'anima gioiosa di bimba...
  • Raffaele Arena il 04/09/2011 02:07
    Davvero una conclusione che non lascia spazio, e un'apertura gioiosa, la trovo molto bella.
  • ignazio de michele il 03/09/2011 21:13
    che mestiere difficile il genitore, fatto nel modo giusto... brava
  • Fabio Mancini il 01/09/2011 06:56
    "Educare" non significa "lasciar fare" o "lasciar dire" ma vuol dire mettere dei paletti, porre dei limiti, far rispettare le buone regole della convivenza. Rinunciare ad un poco del proprio egoismo corrisponde all'inizio della propria crescita personale. E ciò vale per un bambino che non può giocare per tutto il tempo che vuole, ma vale anche per l'adulto che prima di educare è costretto ad educarsi per essere un valido modello da seguire. Ma come ti chiami? Teresa? Simona? Ciao, Fabio.
  • Anonimo il 29/08/2011 13:48
    ogni momento della vita ha il suo prezzo, purtroppo quando si e' piccoli si paga per essere piccoli e quando si e' grandi si paga perche' si e' grandi... ma porcaccia miseria, qua SI PAGA SEMPRE!!! bellissima riflessione e similitudine, brava
  • teresa maria serena ascanio il 27/08/2011 17:16
    questi versi però non si riferiscono alla posizione di un genitore che ragionevolmente pensa al futuro del figlio spronandolo a dare il meglio ma pittosto a quel tipo di genitore che sottrae alla vita del figlio momenti fondamentali per imporre in età acerba una sfrenata ricerca della vita perfetta, o meglio una proiezione della vita che lo stesso genitore non ha potuto in altri tempi far sua. in soldoni, io penso che ci sia tempo per tutto, per essere fanciulli, godendo così del gioco e della sua importanza per la costruzione di una vita migliore di relazione e di una personalità forte e che poi si debba necessariamente divenire adulti e responsabilizzarsi, ma tutto deve avere il suo corso naturale, non forzato. scrivo solo in risposta al commento di Salvatore che chiaramente ho apprezzasto poichè mi ha dato la possibilità di far comprendere il mio modo di sentire quest'opera. grazie a tutti gli altri.
  • PE il 27/08/2011 14:26
    significativa... delusioni che ancora bruciano
  • Anonimo il 27/08/2011 12:25
    Io provo a mettermi anche nei panni del genitore, per immaginare il suo pensiero e il suo stato d'animo, quando tu sarai arrivata all'età della responsabilità, a quell'età in cui ci viene chiesto di rinunciare a cose che in fondo sono più vere e meno costruite.
  • Anonimo il 26/08/2011 17:27
    Chi lo dice che sarà vietato al "pezzo grosso"... guardare ancora quelle stelle.
    Con la ventiquattrore sotto il braccio, dimenticando le scartoffie comincerà a contare, la figlia del portiere e ancora guido e il suo garzone, tutti nel gioco, si perderanno gli abiti da adulti ritrovando le risa dei bambini:
    Uno due tre... stella!
    Un due tre stella Spero non arrivi la sera, ho ancora voglia di giocare.
    Molto bella Brava!
  • Marco Briz il 26/08/2011 16:53
    Un testo dai sapori lontani, colori affrescati più volte nelle lenzuole d'infanzia... molto bella e piacevole alla lettura, con il giusto soffio di tristezza. Brava
  • Anonimo il 25/08/2011 01:29
    Concordo con Sergio... Brava!
  • Anonimo il 24/08/2011 00:03
    Veramente bella e anche un po' triste...
  • Sergio Fravolini il 23/08/2011 14:36
    È un testo denso e ricco d'emozioni. Mi piace quando : "allora lasciami giocare" e forse l'unica cosa che c'è è una stella.

    Sergio

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