Và, e torna
dondolandosi
quest'onda stremata dal Maestrale
a levigar brani ambrati e anfratti eburnei, tuoi
s'attarda
la Luna, che scavalca pigramente la collina
su e giù col tuo respiro
poco m'importa, se la tua pelle è d'ebano
attardati
a respirare il salino che s'arrampica per questa scogliera
tormentata come questa sera
impazienti volute, s'alzano da quella finestra
battuta dal soffio caldo di questa giovane notte
a sgranar grani di rosario fra nocche bianche e preci sussurrate
per il ritorno di prue e chiome ramate
che fan meravigliosa questa vita...
sempre