Vivere del desiderio di vivere, tendendo all'armonia del vivere.
Il rapporto diviene così lo spazio; la distanza è ciò che ci allontana dall'armonia cui tendiamo infinitamente.
Grande Nicola.
Un saluto cordiale
Giacomo
Anonimo il 22/11/2011 10:55
Quando poche parole sanno descrivere compiutamente il sentimento d'amore.
Anonimo il 07/11/2011 16:55
non so perche mi ritorna in mente Heidegger, con il quale non andavo d'accordo.. mi perdevo nel suo spazio.. nel suo tempo --Tu con questa tua mi illumini e.. cosi poeta io vivo di te..
Trovare i poeti veri tra chi scrive poesia "libera" è difficile quanto trovarli fra i "rimatori".
Ma qualcuno l'ho trovato. Senza piaggeria ovviamente.
volevo aggiungere una cosa (se nun rompo troppo il..: la differenza tra ciò che scrive Nicola e molti dei testi in poesia libera che leggo su questo sito forse è proprio qui: lui non ti fa vivere il dubbio del lettore che si chiede se si tratta veramente di poesia o solo di prosa "camuffata"... da qui, paradossalmente, partiva il mio suggerimento... perchè so che lui è un poeta vero (senza piaggeria, ovviamente)... ciao
@solo commenti beh, però io non liquiderei la rielaborazione di Giuseppe come un semplice esercizio formale con risultati dolciastri e retorici... a me piace e pure molto.. senza con questo nulla togliere al componimento di Nicola che è squisito.. non sono poi d'accordo sul carattere epigrammatico e gnomico delle poesie brevi in rima: Trilussa docet...
Grazie Loretta, ci conto!
Per E: commento imbroglione...
Lontananza e vicinanza coprono tutti gli stati di un rapporto. Credo di essere stato molto sintetico, essenziale, dicendo ciò che mi è più semplice dire che vivere...
Nicola
Quella rima, lontananza-vicinanza, sembra del tutto casuale. Nelle composizioni brevi, la metrica e la rima donano un carattere epigrammatico e gnomico; non sono, questi, i generi adatti a sostenere il contenuto di questo testo, all'apparenza sofferto, in cui l'autore sembra scoprire solo mentre scrive i termini del suo "vivo di te". La rielaborazione di Giuseppe Abbamonte dimostra quanto, pur mantenendo formalmente il denotato, una composizione possa divenire dolciastra e retorica. Quando la metrica diventa vincolo e puro esercizio formale, rischia di porsi come una vera e propria forca per le capacita' di espressione.
Mi è piaciuto molto il commento di Giulio.
Ed allora ho provato a comporre una quartina che costituisce un autentico plagio di cui chiedo scusa in anticipo all'Autore:
"Vivo di te ché la tua lontananza
acceso tien di vivere il desìo,
vivo di te ché la tua vicinanza
fa poi lo stesso sullo spirto mio."
Insomma, la tua poesia è ispirata e "ispirante".
Un abbraccio
Giuseppe
Ottimo esempio di un concetto di "spazio" connesso al desiderio (ad un desiderio soggettivo più che ad un amore oggettivo, secondo me)... permettimi di dirti una cosa: se 'sta quartina la metti in metrica tradizionale forse acquista maggior valenza poetica. Attenzione, con questo non voglio dire che così come la esponi tu perde di ritmo, tutt'altro... solo che il secondo e il quarto verso essendo in rima, forse suggeriscono un maggior "bisogno" di metro...