Rimango fermo di fronte alla Vita,
attendendo che Essa mi travolga,
non aspetterò ancora molto, non
aspetterò che Lei mi renda felice, non
dovrò dirLe grazie, dovrà essere Lei
a ringraziarmi.
La mente si riempie di pensieri confusi,
guardo con occhi diversi lo scorrere
di questi giorni di primavera.
Com'è lontano quello stupido ragazzino
che odiava la Vita, a tal punto
da credere che Essa non servisse.
Oggi sono un ragazzo, che guarda
al futuro, che vive i giorni tristi
e quelli felici, con tutte le sfumature
che la Vita offre. Forse è questa la felicità?
Forse è essere consapevoli d'esistere?
Sono cambiate le prospettive, l'idee,
ed io, forse, sono (quasi) un uomo