Tacque per un istante
contemplando il cielo
le mani sul viso serrarono
le lunghe ciglia
imprigionando cristalli di luce,
lacrime come diamanti
scorsero sul viso
pallido e incerto...
poi ricominciò il canto,
la voce flebile, quasi afona.
I suoi grandi occhi
colsero al di là dell'orizzonte
altri mari da scoprire.
Tese le mani verso l'ignoto
tuffandosi a capo chino
in una storia che d'infinito
non aveva il mare,
ma stelle che alle prime luci dell'alba
svanirono dietro l'ottica illusione
di un sempre acerbo,
senza frutti da raccogliere,
ma solo chiavi di speranza.
a riaprire le porte della vita.
.