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Troppo

passo molto del mio tempo
(troppo)
a legger libri
il resto del tempo rimasto
lo passo a cercare
di dimenticare di averli letti.
Al matematico che mi ha visto
seduto un giorno sotto la quercia
al riparo dal sole
ho detto: contami le foglie
e si è messo a ridere

un uomo sa farsi sempre una bella risata
sciocco se va a contarle.
Ho letto tutti quei libri sull'anima
e tutte quelle parole sull'anima
non è che abbia capito
non è che ne sappia più di prima
sull'anima
ma forse una cosa l'ho capita
ed è che sull'anima non c'è niente da capire
e che un tuono nel temporale di notte ti fa saltare giù dal letto pallido e confuso
e che gli scrosci furiosi ti assordano
facendo paura ai bambini e che se va via la luce
o viene il terremoto
apri gli occhi e non vedi niente e non puoi fare niente
e speri che il muro non ti cada addosso.

E le confessioni di Agostino sono nel ripiano sopra lo scaffale a destra
e il vangelo a sinistra versione critica
accanto alla Torah

e quelle pagine sono li da secoli e dopo tutto questo tempo
dell'anima ancora non so niente
ma penso che sono passati tutti questi anni e
tutte queste persone
perché anch'io potessi tenerle li
sul ripiano e anche se non capisco
o non credo
mi sembra bello
mi sembra importante
e un senso ce lo avrà pure
se tutto il mondo non è servito a farle sparire.

Perciò io non so che cosa c'è nell'anima
ma a quelli che non ci credono dico
che meglio quel libro polveroso sul ripiano
che un ripiano vuoto
meglio una panca vuota che nessuna panca
e se poi gli dei ci vorranno spiegare il tutto
alla loro discrezione:
mi troveranno pronto seduto al bar.

 

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