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Frammento d'elegia (Giugno1970 - viaggio Roma - Milano)

1

Fuggo
appiccicato al sedile
di un treno del Nord
mentre l’animo mio
s’è fermato a Roma
alla notizia della tua morte.
Porto con me
mille rimpianti
di una giovinezza
anarchica
che va sfuggendomi di mano.
Giovinezza :
il tuo volto
rara forza per me
nella lotta della vita.
Nell’animo
un grido di dolore
fa tremare le membra.
Rimango così
a sognare
i verdi pascoli
della tua gioventù.
2

Guardo da un finestrino
man mano
non vedo più…
d’improvviso
l’immagine irreale
di due occhi
che mi sorridono.
Tu non sei più
ed io ho fallito
l’ultimo tentativo
di credere ancora
in un amore
liberatore.
Ora
non mi resta
che un’illusione
carica di malinconia.
È come aver buttato
un'ancora
che non esiste
in un mare
di inquietudini.
3

Vedo di sfuggita

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7 commenti:

  • Claudio Amicucci il 17/02/2009 19:06
    Grazie Maria, anche per il commento sul racconto. Ciao Claudio
  • Maria Lupo il 15/02/2009 01:47
    Commovente, una vera elegia, appunto. Il particolare del viaggio arricchisce il contenuto.
  • Pietro Zappia il 16/05/2008 21:51
    eccoli i brividi... agni parola messa li per amplificare questa sensazione di dolore vivido e pulsante.
  • luigi deluca il 04/09/2007 21:50
    "Si può vivere d'un sorriso?"
    È consolatorio vivere di ricordi,
    i tuoi, come i miei, sono (per nostra "fortuna" puliti, onesti, dolorosi ma SINCERI!!! gigi
  • Nunzia D'Andrea il 13/06/2007 11:44
    mi associo a roberto, commovente!
  • roberto mestrone il 21/05/2007 15:26
    Claudio,
    molto molto molto struggente il tuo ricordo di lei...
    Hai lasciato una parte del tuo cuore su quel treno...
    Ro

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