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Vecchi Arditi (a Mario e Cecé)

E tocco più di un giorno
le scarpe del lunedì.
Solo sui fogli macchiati si scrive la pena,
la prossima è lontana.
L'omino rosso spagina nelle scarpe
del lunedì.
Verbi smessi
su ricordi sconnessi, verbi,
già verbi,
ascoltarli.
Troppe eco percosse.
L'orologio funzionante
segna tutte le ore,
quello a fianco segna la solita,
chi è il mentitore?
Piene odorose
nelle fradice assenze.
L'illusa parvenza di un significato inutile
nell'utile vuoto.
Ricordi immemori, paurosi.
Natali strozzati.
Le scarpe del lunedì
nere, pastose.
Amorosi gatti gelosi
annusano disgustati
gli aliti dei loro passi
nella vocde penitente delle ore.
Sul legno poggiano i miei pensieri
e scioglie gli abbracci ossidati.
Tra mani saporite
piene di unto,
un gustoso riessere
saporitamente eterno.
A casa mia
non si sente la pioggia
che bagna
appena scansi le tende.

 

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1 commenti:

  • antonella ninni il 22/05/2007 02:42
    magari il lunedì è il tuo giorno di festa e fai i bagordi... poesia simpatica di un lunedì vissuto... bravo

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