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Due ciechi mi hanno fatto vedere il verde

Il sole brillava sul San Paolo
e i due ragazzi ciechi che accompagnavo
dondolavano la testa
per captare l'atmosfera dello stadio
farsi accarezzare dal sole.

Io iniziai la radiocronaca:
- Ragazzi il sole illumina il prato verde
che luccica morbido, soffice...
- Come la tua giacca, disse Franco
accarezzandomi la spalla.

La mia giacca era blu
e un brivido mi scosse
una smorfia deformò
il mio viso,
- No, no, risposi,
- Tenera come il volto di una ragazza...
E loro
- Quando ti guardo
le ossa mi fremono
divento verde più verde dell'erba,
recitarono all'unisono la grande Saffo.

In quel momento per la prima volta
vidi il verde.

 

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7 commenti:

  • Roberto Moschino il 27/09/2011 21:17
    Un cieco regala la vista ad un non vedente è il miracolo della tua bella poesia.
  • Ada Piras il 23/09/2011 18:33
    Grazie a te Ettore per averci raccontato questa parte importante e significativa
    della tua vita, su cui è giusto fermarsi a riflettere... e commovente l'episodio successo a
    tuo fratello nel rassicurare chi anche solo per poco non vedeva più nulla... mi ha
    davvero colpito. Saluti a tutti e due. Ada
    e due.
  • Ettore Vita il 23/09/2011 18:02
    Grazie delle vostre riflessioni. Forse non sono nemmeno riuscito a rivivere il fremito e l'emozione che provai quel pomeriggio con quei due ragazzi. A far capire che una cose è gaurdare ed un'altra è vedere.
    Il termine cieco non è adatto, dice Raffaele. È vero perchè i ciechi vedono oltre, vedono quello che noi non vediamo, perchè distratti, vedono in un modo tutto loro.
    Io ho lavorato con i ciechi, prima da lettore, poi da istitutore. Ho anche un fratello cieco.
    Li conosco e li ammiro, però non mi piace il termine "diversamente abile", è una perifrasi. Forse sarebbe preferibile orbo. La realtà è che non vedono come noi. E provate a chiudere gli occhi...
    Una sera mio fratello era accompagnato da una ragazza per una strada in salita, tutta gradini. Era buio pesto. Ad un tratto la ragazzza si ferma. Perchè ci fermiamo? È andata via la luce e non vedo niente. Dove siamo? Sotto l'arco. Ho capito, non ti preoccupare, ti accompagno io.
    Bello, commovente; il cieco che accompagna il vedente.
  • Ada Piras il 23/09/2011 15:02
    È tanto bella è... come vedere oltre...
  • Raffaele Arena il 23/09/2011 14:49
    Il termine cieco non lo trovo adatto, sono ragazzi probabilmente ipervedenti, visto come riesono ad essere sensibili. e' una tua bellissima! Grazie!
  • Anonimo il 23/09/2011 13:17
    Il richiamo a Saffo è micidiale, complimenti vivissimi per la dolcezza di questa poesia Un saluto, Vito
  • Ada Piras il 23/09/2011 11:55
    Mi hai fatto vedere il verde... Bravo.

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