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Vajont

Rumori impregnati
di falso, ingannevole velluto
poi sempre più ruvidi
infidi e odoranti di fango
preparano un inatteso funerale
a una montagna tremebonda
schiava impotente
di natura indifferente.
Sfila al cospetto di una diga
che urla la sua maestosità
la processione pettoruta
degli alfieri del progresso a ogni costo.
All'orizzonte
la sagoma di un prodigio
inno verso un domani
che molti non vedranno domani
sguardi severi e felici
di geologi, ingegneri e architetti
che danno al loro petto al vento
la voce dell'orgoglio:
"con questa diga l'Italia crescerà
ci sarà per tutti
futuro ed elettricità".
Intanto l'acqua morde
frammenti di roccia indifesi
un lento ma diluviale incedere
miglaia di volti
cui il fango toglierà anche il nome
hanno ormai la paura per compagna:
"la montagna si sta ribellando
e noi stiamo sempre più tremando".
Più a valle
Longarone ignara
si distende in un sorriso
cullata dalla luccicante vita
di piccola Milano.
POchi secondi e Longarone
scompare come una virgola impotente
nel fiume d'inchiostro insanguinato della storia
duemila anime
stritolate dalle spire del fango
negli occhi dei sopravvissuti
solo l'immagine nitidamente lacerante
di un eterno cimitero
e un giorno da strappare per sempre
dal calendario della vita.

 

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6 commenti:

  • Ada Piras il 06/10/2011 00:17
    Impossibile dimenticare... veramente un tragico evento per il nostro paese.
  • cristiano comelli il 05/10/2011 21:30
    Ringraziando per i commenti che vorrei considerare un omaggio a queste vittime innocenti di una folle sete di progresso, vorrei invece dedicare questa poesia anche a colui che, con un'indimenticabile performance teatrale, ha saputo rendere tutto il dramma di questa disgrazia, ovvero Marco Paolini.
    La sua piece sul Vajont mi ha fatto capire davvero tantissime cose.
    Grazie di cuore a Paolini.
  • loretta margherita citarei il 05/10/2011 21:22
    una tragedia annunciata, notevole poesia
  • Anonimo il 05/10/2011 21:06
    La tua poesia mi ha fatto venire i brividi, quando ho letto il titolo ho capito di cosa si trattava... Non potrò mai dimenticare tutto quello che era successo in quel periodo. Una mia parente stretta è stata vittima della disgrazia.
    Grazie per averla scritta.
    Bellissima poesia.
  • Anonimo il 05/10/2011 20:52
    Quando il finto progresso gioca con le vite umane. Piaciuta molto e da ricordare.
  • Anonimo il 05/10/2011 20:24
    Stupenda poesia. Penso che Mauro Corona potesse leggerla. Grazie per averla scritta.

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