Fu un ticchettio
nascosto tra gelide
sghignazzanti fauci di vento
a dire alla mia pelle e ai miei ricordi
che quel viaggio
più non sarebbe stato viaggio.
Udire non potei
l'accecante lacerazione
di mio figlio che più
non avrebbe potuto
calciare con me il pallone.
Ai miei occhi
concesso non fu il tempo
di poter custodire per sempre
come tepore infinito e lucente
la mano di mia moglie che mi salutava
dall'inizio di un binario insanguinato.
L'impronta
di quanto fui e non sarò
è annegata in un secondo di esplosione
povera Bologna mia
annientata com me
in un sonno che portava tra le braccia
il gusto di un risveglio
che non potrà mai percepirsi.