Non scacciarmi
dal grembo della tua gioventù
che lievita fiero e inarrestabile
verso la tua composta adultità;
fui mille figure per il tuo sorriso
fui mille Natali
per i tuoi luccicanti desideri;
non ti parlai mai
e mai potesti sapere
che ti ho udito crescere
nel fruscio dei tuoi palpiti adolescenziali,
mentre sfrecciavo macchinetta
sul tuo cuore incandescente di innocenza
o custodivo tra le stecche ruvide
del mio calciobalilla
i tuoi primi afflati alla vittoria
le tue prime scoperte di competizione;
scartarmi
era come uno scartare un nuovo te stesso
io,
bagliore ineffabile di dono
che sul suo sguardo esile scivolava
dalle scie armoniche di una slitta
ero lì ad attendere
che le tue mani mi baciassero
per poterti accompagnare
nel mondo incontaminato dell'allegria.
Ora che in te dimora l'uomo vero
ricordati dei giocattoli che fosti
e che, a loro modo
seppero persino amarti.