Ruggisce,
nel ventre di una Roma assonnata
l'urlo scomposto e diluviale
del fantasma insanguinato
di un esasperato antisistema;
l'aria si rannicchia
intimidita
e bagnata dal fiume di rame del timore
l'ombra di un'auto
che dal Trionfale si incammina
destinazione Montecitorio;
emerge
da un palco di odorosa inquietudine
addestrata a scoprirsi
ancella infuocata di violenza
schiocca la frusta d'odio
del brigatismo rosso;
via Mario Fani
calendario guardato di sfuggita
16 marzo 1978,
la croce pronta a parlare
con la falce e il martello
sulle ali di un concetto
che con ubriacante anafora
luccica sulla Roma
che imperiale fu e respirò
e scintillava ora
sulla nube della democrazia;
compromesso storico,
poi solo l'urlo di cinque cadaveri
di agenti nati innamorati della dea del dovere
e infilzati
dal coltello mascherato della storia
mentre Aldo Moro
trsacinato era via
in quella mattina che strizzava l'occhiop
al verme putrido della follia.
Eccolo
il rantolare impotente della democrazia
che chiede di scoprirsi memoria
perchè non possa più
mai più
vestirsi di insanguinata storia.