Quanto avvince
il gioco poliedrico dell'esistere
quando ti avvinci alla beatitudine
di un volo che non rivela il Paradiso
ma ne profuma
selvaggio e sfuggente:
il pubblico eleva lo sguardo
come una preghiera sospesa
tra ammirazione e paura
e io
circense che mi trovai a essere
nel cerchio invisibilmente danzante
di una magia chiamata vivere
trasformo il mio trapezio
in un nuovo,
estasiante, viaggio di baci
che sul vento di bambini intimiditi
si posano
come le caramelle più prelibate;
mi libro soave e incredulo
fino al limitare del tendone
e plano di nuovo a terra
con l'impronta di Dio
custodita dal mio fedele trapezio
felice di potervi chiamare felici
e di ritrovarvi abbraccio
dopo ogni acrobazia.