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Come tronchi di faggio

Adesso, pacificata e tenera
perché lungamente sono stato in te, occupando
ogni respiro che potevi, annichilita, vinta
dal mio possederti padrone e non sai
fino a che punto sia possibile essere colonia
di un uomo e occhi stralunati ancora verso me alzi,
appagata, umida ancora del mio amore, adesso,
testimoni foglie cadute e foglie cadenti, anch'esse vinte
al vento leggero
di maestrale, freddo quanto basta a un brivido, prepotente
come io prima, adesso, vedi, adesso,
(altrimenti quando?)
mi stordisce la certezza
d'essere io e te
non separabili
come quei due tronchi di faggio attorcigliati.

 

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