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Natale

Suonano straniere zampogne
- quasi un requiem -
per strade mascherate
da fallaci splendori.

Una falsa rinascita
- un simulacro -
è quel che ci propinano con
un corrosivo consumismo.

Non c'è calore in questo Natale e
nell'anima scende una profonda angoscia
- come neve d'amianto -
per questo mondo infermo.

Il cuore del mondo
deve essere stato afferrato da qualcuno
- una mano aliena -
che lo supplizia con ogni deviata pena.

Dal turpe e scriteriato uomo
- lacerata fibra di Cristo -
alla Tua divina imperturbabilità,
qual gioia e pace per siffatto Natale?

...

Atterrita
osservo l'uomo trastullarsi con il mitico vaso...
E priva di un divino responso,
non mi resta che confidare in Te:
come Giobbe, io non ero quando Tu
ponevi le fondamenta di questo fragile mondo.

 

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5 commenti:

  • Sergio Fravolini il 28/10/2011 07:24
    Una viva espressività per il Natale. Mi piace.

    Sergio
  • Aedo il 27/10/2011 23:32
    Anche se siamo ancora lontani dal Natale, hai messo l'accento sul consumismo sfrenato, che rovina una festività spirituale. Brava!
    Ignazio
  • Veronica Crispino il 27/10/2011 20:08
    Grazie per i commenti ad entrambi.
  • cristiano comelli il 27/10/2011 19:47
    Giusto, cercare la propria rinascita nello sfrenato consumismo significa consumarsi e dunque logorarsi senza neppure accorgersi di avere vissuto. Dobbiamo invece riscoprire il Natale come dono di saperci fare piccoli piccoli per pretendere alle più grandi vette dell'amore. Cordialità.
  • loretta margherita citarei il 27/10/2011 14:04
    ottima poesia complimenti

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