Suonano straniere zampogne
- quasi un requiem -
per strade mascherate
da fallaci splendori.
Una falsa rinascita
- un simulacro -
è quel che ci propinano con
un corrosivo consumismo.
Non c'è calore in questo Natale e
nell'anima scende una profonda angoscia
- come neve d'amianto -
per questo mondo infermo.
Il cuore del mondo
deve essere stato afferrato da qualcuno
- una mano aliena -
che lo supplizia con ogni deviata pena.
Dal turpe e scriteriato uomo
- lacerata fibra di Cristo -
alla Tua divina imperturbabilità,
qual gioia e pace per siffatto Natale?
...
Atterrita
osservo l'uomo trastullarsi con il mitico vaso...
E priva di un divino responso,
non mi resta che confidare in Te:
come Giobbe, io non ero quando Tu
ponevi le fondamenta di questo fragile mondo.