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Shambala

Gli antichi la cercarono a lungo,
credendola esistente solo nei luoghi perduti,
laddove all'anima è dato di viaggiare
oltre il tempo e lo spazio,
oltre la vita e la morte,
priva d'ogni legame terreno.

Gli antichi la cercarono a lungo
senza, tuttavia, mai trovare una via certa
che conducesse a quel luogo di pace e discordia
dove tutto è ciò che è,
sebbene sia ciò che non è.

Gli antichi la cercarono a lungo,
e quando non la trovarono persero ogni speranza,
credendo fosse solo un'effimera manifestazione
di quell'animo umano che tanto cerca la perfezione.

Gli antichi la cercarono a lungo,
e ora che io ce l'ho dinanzi, comprendo,
giacché mi è possibile farlo
senza che tuttavia sia tale.

Ora, i miei occhi sono in grado di vedere
la vita che tale non è,
poiché è parte di quella nefanda sorella
cui molti danno il nome di morte.

In questo luogo di perfetta armonia e discordia,
dove tutto ciò che è in verità è ciò che non è.
Ma essendo tale è al tempo stesso ciò che non è mai stato,
divenendo dunque ciò che sarà.

Essa è l'apeiron di Anassimandro,
è l'archè dei filosofi di Mileto,
essa è tutto e niente.

Una primordiale sostanza concepita da mente divina,
alla cui presenza ogni cosa è perduta,
giacché perde d'importanza.

Essa è la mitica Shambala,
cui molti cercarono una via per giungervi
e al cui cospetto ora mi trovo.

 

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