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Centro commerciale

Lo sguardo ammutolisce
dinanzi allo sciabordare
disordinato e rumoroso
di un'infuocata processione di carrelli;
altro non sono
che avide, incontrolllabili bocche
pronte a cibarsi
di un rutilante luccicare di prodotti
mentre gli scaffali sghignazzano
e i commessi scuotono il capo.
Liste di prodotti inutili
che si è chiesto alla fretta di vergare
ci perseguitano impassibili
mentre affoghiamo
sogni morsi dal consumismo
in un giardino di lavatrici nuove e fiammanti
o li attacchiamo compiaciuti
al manubrio di quella bicicletta
cui forse, un giorno,
per condurci sulle vie di un parco silenzioso
non serviranno più neppure i pedali.
Le sporte si rigonfiano
come torte orgogliose
di ricerca di nuovi traguardi materici
che annegheranno inesorabili
nella sontuosità di una cena luculliana
o in un centinaio di lavaggi e centrifughe.
Eccola,
accecante e limpida
l'impronta indelebile di un'insegna
"cercasi cervello nuovo,
per ritrovare il vero uomo
che con la smania di consumare
non finisca per consumarsi da solo".

 

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2 commenti:

  • cristiano comelli il 02/11/2011 19:24
    Grazie, signor Mastrogiovanni, io semplicemente vorrei che fose l'uomo a dominare il consumo e non viceversa. Anche perchè, quando è il consumo a guidare, l'uomo diventa davvero instabile e incerto, scostante e passeggero proprio come i prodotti che consuma. Le sono grato sia per i complimenti che per l'acuta disamina fatta a proposito di questo tema. Cordialità.
  • Ugo Mastrogiovanni il 02/11/2011 18:22
    Versi svelti, sinceri e sicuri, che cozzano decisamente con l'indecisione di quegli acquirenti tanto ben descritti. Molto indovinato il tema; ci ricorda con garbo che spesso scambiamo il superfluo con l'essenziale. Geniale poi lo spuntare di quell'insegna: e come sono d'accordo! Con la smania di consumare consumiamo noi stessi.

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