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A Giacomo Leopardi - Finito

Dopo aver letto
riletto
pagine di rivoluzione
dove il sangue era
sciame di lucciole
e l'odore delle armi
incandescente
sulle campagne.

Dopo aver colto pensieri
come pruni graffianti
di montagna
cadendo
nelle trappole per topi-cacciatori,
giungo a te
incrociando i tuoi versi
e scoprendo l'Alto
ovunque.
" La siepe che da tanta parte"
spande aroma di alloro
io l'immagino fitta
d'ogni pena
e sento il tuo tocco
indugiare su essa.
Tra il divertirsi delle foglie
l'ultimo orizzone
è
pur sempre è.
Non opposi la voce
a quel silenzio.
Troppo silenzio uccide
e della mia stagione
sento turgore di urla
non suoni di vita.

Fingesti la siepe
e il contrasto di mondi
oltre ad essa.
Anche per te
l'infinito della mente
sfumava reale
nella strada verso casa.

 

l'autore mariateresa morry ha riportato queste note sull'opera

Ho scritto questa composizione da giovane, negli cd. Anni di Piombo. La bellezza della poesia leopardiana mi sembrava in totale contrasto con la brutalità di quell'epoca sanguinaria.


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5 commenti:

  • mauri huis il 26/11/2011 10:41
    io non so perchè ma amo Leopardi, nonostante sia l'esatto contrario di ciò che ho sempre voluto essere, cioè quello che le siepi le scavalca, costi quel che costi. di te dico che riesci a parlarne senza annoiarmi. basta?
  • Anonimo il 02/11/2011 20:10
    Dall'infinito alla consuetudine, al quotidiano... c'è sempre un qualcosa che ostacola i nostri sogni... Superlativa poesia!
  • loretta margherita citarei il 02/11/2011 15:07
    molto originale due solitudini a confronto, ottima complimenti
  • Elisabetta Fabrini il 02/11/2011 13:54
    Bellissima... complimenti davvero!!
  • Ferdinando Gallasso il 02/11/2011 10:34
    Interessante questa tua opera

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