Mai il destino
saprà immergere la sua spada rovente
nel lago più recondito
del mio sanguinare
impotente ma indomabile;
più non sei
carezzevole frammento di respiri
più non lasciano firme
su antiche e fiammeggianti strade
i tuoi passi
imperlati di cristallo
e gocciolanti del più accattivante miele;
sono come ero con te
accanto allo sguardo intenerito
del nostro piccolo lucernario
che scolpisce sul muro una luce
invitando il mio sguardo deforme
a renderla presenza;
"il tempo mai si potrà impossessare
delle gemme impalpabili
di un autentico amare".
Quante lacrime, lo sai
mi scivolarono ribelli e sincere
in quei coni di gelato al pistacchio
che tanto amavi e gustavi
fino a inondarti le labbra;
ricordi rigogliose ed estenuanti giornate
a vedere il nostro idillio
comporsi come un mosaico di stelle
tra le pagine annebbiate
del positivismo e dell'evoluzionismo;
Spencer, Weber, Durkheim
erano in noi e per noi con i loro pensieri
a osservarci
desiderio non ancora abbozzato
incatenato in una ragnatela
di pur festosa timidezza;
ora lo so
il Paradiso esiste
perchè in me lo disegnasti tu
e ora dirti posso soltanto
riabbraccerai la rosa
amore mio
che quel giorno mi fermò
sulla limpidezza di un sentiero inesplorato
per dirmi
che a me ti concedevi sposa.
Riabbraccerai la rosa, sì,
quando le mie tremebonde dita
ti strapperanno al ghiaccio dell'oblio
perchè io attraverso te
possa insegnare ad amare davvero.
Saluta quella rosa
che ti lanciai nel cielo
come un aquilone di seta
so che saprai dirle
come solo tu dire sapevi
che il nostro appartenerci
si è sganciato dal treno del tempo
per scoprirsi
anafora ribollente di sensazioni
che mai alcun fuoco soffocherà.
di