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Memorie non scritte di conservatorio

Le note si pavoneggiano
nei campi cesellati
da frammenti tremanti di luna;
le mani
si inventano ancora tagliole di miele
pronte a estrarre
dal grembo infuocato dei tasti
l'essenza di armonie mai pensate
eppure dimoranti da sempre in noi
con il silenzio
di una prateria di velluto.
Quanto mi avvinse bambino
quel varcare porte gravide di suoni
per raggiungere l'abbraccio
di diesis e bemolli
che chiedevano alle mie dita
il permesso di poter nascere
e farsi messaggio;
dirvi non so, nè saprei
spartiti che transitarono fieri
dinanzi al mio sguardo
avido di fraseggi e arpeggi
quanto a voi debba
il fluire fiero del mio respiro,
ogni concerto diventa uno scrigno
che si difende
dalla polvere aggressiva del tmepo
per conservarsi memoria
di applausi inteneriti.
Come riuscii a trovarvi, adorati tasti
in quella notte che si vestiva
del solito, confuso affastellarsi
di divagazioni oniriche?
Non ho la risposta,
nè più la cerco
o forse la vostra risposta
è quanto riusciste
a rendere davvero vita
ciò che altro non era
che uno stridulo ammasso
di crome e biscrome
disordinate e inconsapevoli.

 

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2 commenti:

  • karen tognini il 14/11/2011 07:26
    In melodia di suoni Cristiano hai scritto una lirica bellissima...è un piacere leggerti!
    ciao a presto
    k
  • loretta margherita citarei il 14/11/2011 05:23
    sempre originali e magistralmente scritte le sue poesie, complimenti

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