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I vèci de Venèssia

I dize che Venessìa xè 'na cità de veci
Pol 'darse : ghe n'è tanti che gira mal ciapài
Fin de matina presto.
Pian co 'el baston i fa i ponti
E i camina contro muro
Par le fondamenta.
I veci intrìga se ti camini de fùria.
Co d'inverno riva un fià de sol
Subito ti li vedi in campo
Co la sporta de la spesa
A comprarse pan, fruti e un fià de pesse.
'Na sardela anca pa' el gato
Che no manca mai.
Co' xè un bòto
I xè za a casa
A cusinarse la minestrina
E drento i resta par tuto
El dopo pranso.
Co 'riva sera
Ecoli fora da novo
Pasar el campielo
Rivar pianin a la cièsa.
Xè messa: na orassiòn fa ben dirla
Ch'el Signor no ne ciàma
Massa presto.



Dicono che Venezia sia una città di vecchi
può darsi: ce ne sono tanti che circolano, mal in arnese
sin di primo mattino.
Salgono piano con il bastone
sui ponti
e camminano lungo i muri
per le fondamente.
I vecchi intralciano
quanti hanno fretta.
Quando d'inverno arriva un po' di sole
Subito li vedi in campo
con la borsa della spesa
a comperarsi pane, frutta e un po' di pesce.
Una sardina anche per il gatto
che non manca mai.
Quando batte l'una
sono già a casa
a cucinarsi la minestrina
e vi rimangono
per tutto il pomeriggio.
Quando arriva sera
eccoli nuovamente fuori,
passare per il campiello,
arrivare pianino alla chiesa.
E'la messa: una preghiera è bene recitarla
affinchè Iddio non ci chiami
troppo presto.

 

l'autore mariateresa morry ha riportato queste note sull'opera

fondamente: sono le strade che corrono accostate ai canali.
campo a venezia è equivalente di " piazza" con antico pozzo in marmo al centro, da dove un tempo si attingeva acqua sorgiva da bere.


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5 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • senzamaninbicicletta il 08/12/2011 02:54
    per recensire questa notevole poesia è necessario iniziare a parlare della musicalità del dialetto e delle espressioni usate. Il dialetto veneziano è una carezza sentirlo ed un'altra ancora che viene dal parlante che lo rende poesia. questo koiné tra le varietà dialettali che lo compongono, soprattutto il veneziano appunto, esprime poesia semplicemente parlandolo. Il tema trattato è estremamente significativo e la poetessa si sofferma con grazia sulle piccole abitudini quotidiane degli anziani in riferimento alle peculiarità del territorio che rende queste semplici attività comuni ad ogni zona geografica italiana, ma non solo, assolutamente esclusive. amo venezia, conosco il mercato del pesce, i campi, le calli, le fondamenta... questa tua poesia è una gran bella cartolina che ho gradito moltissimo

5 commenti:

  • Raffaele Arena il 16/11/2011 22:11
    Il suono del dialetto veneziano, immagino di Venezia città, è un canto delizioso. E un po' come il fiorentino schietto mi fa sorridere da come è forte. Mi fa sorridere come difesa, alla forza del dialetto. Purtroppo una cultura che si va perdendo.
  • Ada Piras il 15/11/2011 13:39
    Forse perchè loro capiscono quanto è bella.
    Brava..
  • karen tognini il 15/11/2011 08:56
    Complimenti.. davvero mi sembrava di esser li' tra le stradine lungo i canali... Meravigliosa poesia... complimenti..
  • Anonimo il 15/11/2011 07:55
    Bellissima... specialmente in idioma veneziano... che io conosco bene, ovviamente. Sembta un quadretto dipinto a tinte pastello, non so perchè... l'ho vista così... ciaociao
  • roberto caterina il 15/11/2011 07:12
    Molto bella nei miei preferiti.. Complimenti..

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