Mi fosti amica
per una tetra ragione soltanto;
individuare
il modo più lacerante
per essere demiurgo infallibile
del mio lento, inesorabile annientamento,
del mio maledire sacrifici
annegati in un'incomprimibile necessità
di denaro che subito si concedesse.
Le pareti del mio negozio
gemevano con me
stritolate dal pensiero incomprimibile
che quel mio cedere di un giorno
avrebbe potuto annientarle;
quale fendente di indescrivibile precisione
scoprire a cinquant'anni
che la vita ti può portare a maledire
ciò che scegliesti di vivere;
quanti vestiti provati
su misura della buona borghesia
pacche sulle spalle a diluvi
fino all'insanguinata mano
di un robot in cravatta e doppiopetto
e sulla claire la suprema umiliazione:
"a te la scelta,
pagare o morire, pagare o impazzire,
pagare o maledirti di sentire";
dannato, ignobile denaro
perchè mai assistesti impotente
al comporsi dei miei sogni di commerciante
e di nascosto ridevi di me
pensando che sarei diventato larva
ostaggio del tuo ingannevole bisogno?
Figli adorati
che come regalo di Natale
altro non avrete
che un padre che soffre e che sta male
perdonatemi
se a tal punto credetti in me
da disegnarmi la condanna
della libertà di decidere del mio esistere
che divenne obbligo di non cedere;
siete ancora piccoli
ma quando sottobraccio alla ragione correrete
mai dovrà sporcare la vostra cultura
la rima di usura e paura;
il mio tremore indomito di adesso
sia il vostro basaltico coraggio di domani.