Ecco in sogno il Pratolini
dopo una notte, e la serata
passata in compagnia
a vedere una commedia leggera
al cinema di periferia.
Ma il punto non è questo
a casa torno che ho fame
e parto con un panino
e la lettura di un paio di riviste
e poi, a letto, apro il Metello.
Finalmente addormentato
in una stanza, come in analisi
me lo vedo davanti alla scrivania
mi scruta, con quella testa grossa
teso, gli occhiali spessi
mi pare uno psicologo, no
uno psichiatra, no, un uomo
di partito, di quelli come di una volta
e forse anche di ora, ma rari
ma no, è l'intellettuale
che apre la bocca come per
sentenziar qualcosa e invece
gli esce fuori una voce
da tenore e canta "Sveeegliaaati!"
come un Bocelli, e che cavolo!
E così di soprassalto, sudato
come un soldato mi alzo
vado in bagno e inizia
la nuova giornata
come già dimenticata.