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Il mare di Natale

Triste
leva quell'ancore deluse
la chiglia sfora fondi
scogli prorompenti falle occluse
al galleggiar scompiglia
il turbinar dei gorghi
e degli affondi.

Sinuoso l'ondular
lo sballottar quelle fiancate
all'urto di procelle e flutti,
staffilate
rafficanti venti le vele sbrindellar
ritorte e ammainate...

di vita annaspa all'onda
quel trafficar che gela e poi ti sfronda
umano verso di anomalia
le mani tese procelle nella via...

dove quei calvari
dell'intimar le croci all'inarcar
di schiena
quei volti truci s'avventano la preda
delle tasche vuote son capaci
di rivoltarne i fondi da rapaci...

s'arrancano al calvario
titubanti...
sanno che vedranno la cometa
certi ai sogni i segni di divario
un giorno sgraveranno anacoreta

dell'eremo lui certo veda
che l'arti mistiche ravveda
al povero ed allo sprovveduto
sgravi i mali
e offuschi chi non si ravveda.

 

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