Sono a terra nel buio da me voluto.
Dalla persiana
il sole si frammenta
in piccoli fasci di luce pura.
Nella stanza si propaga,
come nebbia,
il fumo della mia canna,
accesa per non spegnermi.
In esso,
cautamente,
mi nascondo
dai fantasmi del mio passato, posti davanti a me,
dagli scheletri, intenti ad uscire dal mio armadio.
Fiamme,
sul mio corpo,
si accendono lentamente
e scintille scoppiettanti
illuminano la stanza.
Divento cenere.
Formo cenere mischiata ad altra cenere.
Da esse io risorgerò.
Apparterrò a quegli splendidi fasci di luce pura.
Perché sono FENICE.
Una fenice tossica.
Ma pur sempre Fenice.