Lo sguardo si muove
come un Arlecchino compiaciuto
tra lo scintillare faraonico
di rovine egizie;
il viaggio delle pupille
prende lentamente consistenza
senza neppure accorgersene
passi, siatemi alleati
in questo mio rivivermi
quando ero uomo in altri uomini
secoli addietro,
ricreo la mia storia
in seducenti e scalpitanti colori
sfilano precisi e orgogliosi
dinanzi alle labbra della mia iride
affamate
di diacroniche estensioni cromatiche
severi effetti prospettici.
Realtà che tende la mano alla fantasia
o fantasia che mette il mantello
a una realtà indifesa
e gravida di infinite forme espressive
per far sì ch'essa non sfugga per sempre
sulla carrozza che il tempo le prepara?
L'uomo si sa avvincere all'eternità
quando la scultura neoclassica del Canova
chiama a raccolta i suoi pensieri;
vibrano le forme
su un uomo che non ammette forme
sono la mano di Dio
che si flette alle incertezze umane
per farle diventare amore
questi intarsi di pale religiose
Madonna che stringe il Bambinello
in mille volti che sempre uno soltanto sono
sorriso ora timido ora più fiero;
il cammino non demorde
più forte di ogni stanchezza
l'arte è la capacità di non sapersi mai fermare
il volto si sa ergere
al di sopra di nipponici obiettivi
che rapiscono la storia
in una ragnatela di scatto
Monna Lisa si rivela
triplice torsione di postura
genialità diluviale leonardesca
che insegna al sorriso
a nascere piano piano.
Il Louvre si appaga
di chi lo ha amato
e si riaddormenta
per ristorarsi compiutamente
per il giorno successivo
quando nuovi sguardi estasiati
impareranno a respirarlo
in dipinti e sculture immortali.