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WEEKEND

esci di casa ed è merdaio
vezzo di cittadini col bene comune
terra di conquista
e se resiste
si piscia dentro e tutt'intorno

me la godo di domenica
la città
se il fetore rimane
non sgomito sul marciapiedi
e girano biciclette
per strada

fuori, via, andate per campagne!
per barche
giocate ai marinari
nei loculi di provincia
casa in collina, al mare,
si va, si torna
che bellezza!

la fila in autostrada
inizia nei salotti
il venerdì sera, al massimo
s a b a t o m a t t i n a

negli occhi luccicanti
realizzate il sogno
m o g l i e d u e f i g l i
monovolume
personaggi di pubblicità
manca solo la Barilla
o il filaefondi

sbavate cinque giorni
davanti al televisore
e poi
s a b a t o e d o m e n i c a
tocca a voi
pubblicità in carne ed ossa
din don
che felicità!

tutti in fila su, ordinati
nella stessa riga
soldatini impacchettati
e figlioletti
sul sedile posteriore
teste chine
dentro cellulari
a smanettare tasti
essemmeesse
e ticchettii veloci

tornate lunedì
il cesso è pronto

 

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9 commenti:

  • Anonimo il 19/07/2009 08:52
    Io mi sono trasferito sull'ultimo e più piccolo paesello di una montagna infastidita, e lo scoprire che la gente vive come in città, dapprima mi ha terrorizzato, poi schifato e, infine mi ha rassegnato a coltivare la terra sassosa e a guardare il panorama chiaro di aria frizzante. Avrò guadagnato due o tre anni di vita grama guardando e respirando il cielo vivo, ma ne perderò dieci a sopportare la cattiveria e il razzismo degli indigeni.
  • Carlo Diana il 12/11/2007 15:57
    mi hai convinto Tania: prendo l'abbraccio e al divolo il resto!
  • tania tania il 12/11/2007 14:18
    Hai ragione Carlo.. non vorrei che tu l'avessi presa come una critica negativa! È proprio un commento puramente personale... alcune parole mi tolgono il piacere della lettura... perché deve esser piacevole leggere una poesia anche se è un vaff... rivolto a tutte le nefandezze che ci circondano... cose o persone che siano!!!! Comunque mi è piaciuta la tua risposta.. un abbracccio
  • Carlo Diana il 12/11/2007 09:58
    non ho un'idea formale delle cose e neppure della volgarità. Essa è nelle cose e la parola ha come un dovere di fedeltà prima ancora che di elaborazione.
  • tania tania il 12/11/2007 00:44
    Condivido il pensiero... anche se personalmente non amo i termini volgari che tolgono musicalità alle poesie.. ma è solo un mio limite... comunque... quanto hai ragione!!! A rileggerti!
  • Anonimo il 01/06/2007 14:46
    In questi versi mi sento addosso tutta la potenza creativa e geniale di wind, ceso compreso. La scelta delle espressioni e' sfrontata, non lascia spazio al respiro profondo, a un attimo di rilassamento: tutto e' tensione, tutto e' alienazione... che lascia profonda frustrazione. nel
  • Diana Moretti il 29/05/2007 21:21
    spietato quanto originale punto di vista...
  • roberto mestrone il 29/05/2007 17:29
    Ironica, disincantata e acuta ballata che ironizza in modo pungente sui costumi e le cattive abitudini dell'uomo contagiato dal consumismo..
    Buon lavoro, Carlo...
    Ro

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