Ti concedetti
sicura e adorante
di gustare il nettare
dei miei anni migliori;
quante volte quella voce scacciai
dal tempio delle mie fissazioni
quando sussurrava
come una dolce e premurosa nonna
che mentre ti amavo
costruivo per la mia vita
le mura di una graffiante prigione.
Piangono senza freno
i baci che ci scambiammo
sul letto e nella tua automobile
quando odono il rantolio
del tuo maledirmi
per non permettermi
di cominciare un nuovo percorso d'amore.
Non sono, mai sarò
l'automobile che puoi pretendere
per la tua sola strada
il mio orgoglio
sarà una spada fiammante
pronta a impedirti
di squarciare il mio volo
che si protende ormai
a lontananze siderali da te
dal tuo volermi avere
senza desiderare apprezzarmi.
Guarda
i miei occhi ormai hanno la forza indomabile
per dirottare verso abissi di cenere
i tuoi sanguinanti sms
le tue deliranti lettere
per scusarti di quanto potevi essere
e mai desiderasti davvero essere.
Mentirmi non so
fino a negare di averti amato
mentre si componeva lenta e assassina
la tua follia di macho fallito
nel ridurre il mio essere
a vivere come sola estensione
della tua esibizionistica volontà.
Chiama le tue minacce
dì che devo loro parlare,
l'avere liberato il mio prostato amare
dalle catene del tuo nichilismo amoroso
le schiaccerà
fino a tramortirle per sempre,
e capirai davvero
quale donna io sia davvero
e chi perdesti volendoti perdere.