La corsia ti sta chiamando
urla, geme
più non scorge
l'impronta della tua mano
tremante eppur fiera
intenta a lanciare il pallino
per innescare un nuovo gioco;
le pacche sulle spalle
il condividere nel gusto inebriante
di un leggero bianchino
ricordi di gioventù
e sapori di sfide nuove
questo era il mio attenderti
su quel campo tutto cemento e sudore
dove le nostre abilità
si confrontavano senza odiarsi;
nelle nostre braccia,
ricordi
pulsava l'orgoglio
di nipotini tanto attesi
che i nostri capelli bianchi
ci regalarono da coccolare;
una carambola
un rinterzo
e la nostra amicizia si toccava
proprio come quelle bocce
che sorridendoci
mentre scorrevano fino al pallino
erano come un rinsaldare costante
il nostro legame amicale.
Forse fummo anche fratelli
di gioco e di sete di vittoria
e quando udivamo il fruscio del vento
sapevamo che era Dio
a tirarci le orecchie
per qualche parolina in libertà.
Signore, so che esisti
e stasera
mentre una nuova partita mi spalanca le labbra
alla consueta, stanca bocciofila
una sola preghiera ho da rivolgerti;
fa' che nei miei colpi
la forza del compagno che mi fu di gioco
viva per sempre
vincere per lui
sarà ricordarlo davvero per sempre.