Senza preavviso verrò,
come predatore,
sulla tua isola d'argento, o luna!
Verrò per narrarti di storie di pirati
che sanno far rapine dei tuoi occhi allagati,
verrò ad attingere luce dalle tue vetuste occhiaie
e a raccontarti delle serate di luglio
trascorse al fresco dei poggioli.
Tu, sorpresa da tanta mia audacia,
sarai avida di particolari, e io,
saprò narrati delle attese
del glicine celeste, quando si sporge
dai rugginosi cancelli
ad invaghire pupille di fanciulle.
Mi chiederai curiosa, donna luna,
di cartoline stellate
che si mandano gli amanti all'imbrunire
e del perpetuo gioco
tra le ombre e il sole,
tra il sorriso e il pianto,
tra l'odio e l'amore.
Ti dirò poi degli occhi dei bambini,
del grembo delle madri,
delle piume d'oro dei pulcini,
e di quella storia assurda
di ritrovarmi a scrivere poesie.
Cose che tu non sai, mia dolce luna,
di questo e d'altro ti verrò a narrare,
togliendoti di dosso il peso dei millenni,
e tu avrai nel volto
uno sguardo di stupore.