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Mia Madre

Il resto della chioma che,
castana un giorno,
le fu corona al volto pien di giovinezza,
oggi, lieve e d’argento, carezza la sua fronte stanca.
Bianca, delicata fronte,
che pensasti tanto
in su degli occhi tremuli e infossati,
oggi ancora non ti stanchi.
Cari, casti, venerati occhi,
qual lucerne brillate a dar la luce al viso:
un viso di venerande rughe
ch’al riso mai vidi chinato,
e bimbo fui io pure.
La rattristante, irremovibil tua lunga mestezza
quanti baci strappò alle mie labbra
e quante volte,
perchè ti son di noia,
li rituffai nel core.
Oh madre,
il viver tuo qual pena al petto mio riserva!
Grande croce inchiodò destino agli anni tuoi.
Nel volto tuo
il supremo scultor
di Cristo vide la dolente Madre e il duol del mondo.
Sorridi oh mamma,
dato non fu di rattristarti sempre;
se cerchi nessun ti vende gioia, saria troppo costosa a noi,
me se tu cerchi, ma se tu scruti in te,
ne troverai un poco: un poco sempre c’è.
(1961)

 

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0 recensioni:

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10 commenti:

  • Anonimo il 08/07/2012 13:32
    L'anonimo delle 11, 37 sono io, Chira.
  • Anonimo il 08/07/2012 11:37
    Forse per carattere e casi della vita è stata una madre che non troppo ha sorriso e quando hai scritto era anche ammalata. Si sente attraverso te tutto il suo dolore e la sua mestizia anche se mai urli ma sussurri nei tuoi versi. Consapevolezza, maturità di sentimenti e pacatezza pur nel dolore. Ma quei baci che da bambino hai dovuto rituffare nel cuore per sua noia... ne hai ancora ricordo e quale dispiacere sono per me! Ogni bacio non dato è perduto per sempre. Quello spronare al sorriso dal di dentro sono le ultime carezze per lei e dono per te. Emozionante!
  • Maurizio Cortese il 23/01/2010 20:53
    Descrizione, con pennellate lente e misurate, di un rapporto che l'autore avrebbe voluto diverso: un figlio chiede che la madre ritrovi nel suo intimo quel sorriso che a lui è stato negato e lo fa con la delicatezza di chi è conscio che quell'atteggiamento aveva serie ragioni. Lo stile un po' aulico non disturba versi che hanno illustri esempi nella poesia novecentesca, ma il finale (quasi una preghiera) è un suggello tutto personale.
  • Maria Lupo il 05/11/2007 16:13
    Anche se non me l'hai segnalata ho trovato questa tua poesia di qualche tempo fa, dopo che hai commentato il mio racconto- ricordo di mia madre. È molto commovente e lo stile classico non cedealla retorica, anzi dà particolare forza alla rappresentazione.
    Ma perchè sempre tristi le nostre mamme?
  • Antonietta Di Costanzo il 31/10/2007 18:39
    descrivi la mamma e la tua soprattutto in modo celestiale mi è sembrato di vedere un angelo! bellissima.
  • Lampidibuio il 21/10/2007 16:15
    Versi magistrali... profondi e sentiti... ti sento vicino..
    Chiara
  • daniela sanna il 04/06/2007 22:22
    Una poesia molto profonda che invoglia a rileggerla, in cui traspare tutto l'amore per la propria madre, che pur nei periodi di sofferenza o di tristezza vorremmo che i suoi occhi brillassero comunque di gioia e speranza. Complimenti. Bellissima. Daniela
  • lory giacobbe il 31/05/2007 09:41
    Ugo, come vedi sono venuta a leggere la tua poesia dedicata a colei che ci ha permesso di venire al mondo. Una descrizione molto sentita e profonda per una persona molto amata. Direche e' splendida e' poca cosa.
  • Ezio Grieco il 30/05/2007 12:43
    Ugo è bellissima; mi piace anche lo stile classico dei grandi poeti del passato.
    Complimenti!!!!
    Clezio
  • roberto mestrone il 30/05/2007 09:48
    Accorata dedica alla mamma, com'è nel tuo stile classico...
    Bravo Ugo..
    Ro

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