Fendo fiero
con l'orgoglio
della fedeltà alla giustizia
questa dispettosa,
talvolta lacerante nebbia di Milano.
Mi ricorda
la caligine che avvolge
un mondo economico nato
per la felicità di tutti
e riscopertosi putrido:
l'amore per verità e onestà
mi tese una mano nel buio
mi esortò a essere daga indomabile
per frantumare quel rivoltante
incandescente gioco
di scatole cinesi
di società incastrate
in altre società
per umiliare impuniti il fisco;
notti insonni trascorsi
tra carte e carteggi
maresciallo Novembre
tu solo custodisci ora in vita
quanto io provai a compiere
prima che la morte mi stritolasse
donna ignobilmente traditrice
armata sempre
della propria incrollabile puntualità.
Amata famiglia
amare il mio lavoro
era il modo per amarvi davvero
per dimostrarvi
che esistevo per voi;
più non mi vedeste salire le scale
in quella via Morozzo della Rocca
che in un frammento maledetto
balbettato dal destino
si targò del mio sangue;
non restino di me
intitolazioni di biblioteche,
sale conferenze
aule universitarie o scuole,
resti il mio grido silenzioso
che ha viaggiato sull'onda del lavoro
perchè nell'onestà di noi tutti
il mio sacrificio non sia stato vano.