Chitarra
ammantati del profumo della festa,
un altro concerto
chiede i tuoi baci incandescenti;
siedi qui,
intanto che le luci si compongono
mai salii a cavallo
delle parole più belle
per farti dono di quel tracciato
che mi conduceva ad amarti davvero;
ora è il momento
per dirti
che negli occhi commossi delle tue note
ho racchiuso la conchiglia di Lugano
nell'estasi di un amorevole addio;
furono le tue corde,
lo so bene
a fendere l'oscurità
di un sadico trascorrere dei giorni
per donarmi per sempre
l'immagine profumata
di salvia e mandorle
di Agnese che saliva sul manubrio
per viaggiare leggiadra
nel parco di cristallo
dove aghi di pino d'amore
attendevano di arrampicarsi
sui nostri passi anelanti di gioia.
Chitarra
ora dolce ora ruvida
adesso comprendo
che quando la notte stavi sveglia
e mi osservavi
dialogare con i miei sogni
eri a disegnare una nuova canzone
di cui io fossi messaggero.
Tenera Anna Maria,
compagna discreta e intensa
di questa breve esistenza mia,
nello sguardo dei nostri ragazzi
troverai sempre
il tepore dei suoni
di cui fui padre e figlio;
dì agli ipocriti e ai perfidi
"Maledette malelingue"
che la musica mi ha donato
e io ti ho lasciato
la daga di ineffabile lucentezza
con cui li annienterai.
Tuo Ivan.