Sono folletti incandescenti
queste luci che solleticano
la pelle eburnea dell'acqua;
naviga, buio striato di incompiutezza
naviga
fin dove amoreggerai
con memorie stalattitiche
di fasti asburgici
finchè il bacio ancestrale
della chiesa di santo Stefano
non ti doni una coperta per il riposo;
di quanto fiato
ti ha fatto invadere Dio
amato, spumeggiante Danubio mio
per rapire con lo sguardo
in una nuvola di per sempre
le carrozze fiere
di Sissi e Francesco Giuseppe;
quante lacrime sapesti accogliere
quando il bosco di Mayerling
ti tese i suoi occhi
intristito e rassegnato
per essersi risvegliato
ignaro sacello
di Rodolfo e Maria Vetsera.
Corri, Danubio
corri fino a impazzire di melodia
dove il castello di Schonbrunn,
seduce le dame raffinate della sera
con concerti di luce frastagliata:
raccoglieranno le tue labbra
le seduzioni terzinate
di un incantato Wiener blut,
dame e cavalieri
tutti affratellati
in una sarabanda di danze auliche
che addomesticano i pensieri;
dormi, Danubio mio, dormi
mentre un valzer
immerga nelle tue acque
una mongolfiera di cristallo
che emergerà ricolma
dei sorrisi che hai lanciato ai turisti,
Vienna ti benedice
cavaliere orgoglioso e festante di storia
su ardenti fraseggi mozartiani;
vivi, Danubio
e farai vivere.