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La pupa

Due labbra carnose,
dipinte e contornate da un segno di matita,
era esterno quel segno.
Spregiudicata, volgare, travestita.
Era la pupa...
Si annidava nella sua mente un'idea:
la prostituta vive alla grande!
Pronta a spogliarsi: la pupa.
Violenta, vendicativa, incolta...
Lasciò gli studi per un vagabondo.
La pupa crebbe e volle essere di più...
Arrivò la lingerie... le foto... l'insuccesso.
È ancora la pupa anche se è cresciuta.
Masticava gomme spudoratamente... la pupa.
Arrivarono i vizi...
La pupa era dei quartieri bassi,
adesso se ne sta lontana.
Cerca il meglio della vita.
Ha ripreso a studiare e conosce Aristotele.
Ed è già da messenger social.
Questo e molto di più è...

 

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3 commenti:

  • agave il 13/04/2012 17:45
    mi ha colpito questa tua poesia, immagini cosa ci possa essere dietro l'esser pupa, prospettando un finale che anche io penso possibile.
  • arjan kallco il 06/03/2012 17:42
    Penso sia uno sfogo che a diventare poesia chiede tempo.
  • Anonimo il 13/12/2011 16:27
    E'propio così la pupa:un frutto volgare della società dei consumi. Quando il frutto è sfatto, poi si scopre Aristotele... ciao

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